Partiamo dalle basi: per ghiaccio alimentare si intende il ghiaccio preparato con acqua potabile.
Ebbene sì, il ghiaccio nei cocktail è un ingrediente essenziale per bere un ottimo drink ma troppo spesso questo è un aspetto che viene trascurato, come ricoprisse un fattore secondario.
Per realizzare un cocktail ad opera d’arte è necessario riporre la giusta attenzione al ghiaccio che non solo ha la funzione di mantenere la bevanda a una temperatura fredda, ma influisce anche sulla qualità complessiva del drink.
Ma siamo sicuri di conoscere il reale motivo di tutto ciò?
Devi sapere che è essenziale che si arrivi al passaggio dallo stato solido a quello liquido perché il ghiaccio assorba calore dal drink, lasciandolo quindi più freddo. Per sciogliersi, il ghiaccio ha bisogno di energia e quindi calore che sottrae all’ambiente che lo circonda, nel nostro caso il liquido contenuto nel bicchiere. Appena tolto dal congelatore il ghiaccio deve passare da una temperatura di –18° a quella di 0° prima di cominciare a sciogliersi.
La diluizione è un altro aspetto di fondamentale importanza nella preparazione dei drink. Il ghiaccio passa dallo stato solido a quello liquido mescolandosi con la base alcoolica del drink e, oltre che a raffreddarlo, ne attenua un po’ la morsa.
Attenzione però! Questo non comporta un abbassamento della quantità di alcool che assumiamo, ma una variazione sul “tenore alcolico” del cocktail; quindi, la quantità di alcol assunta rimane invariata.
Infine, anche la forma del ghiaccio non è da sottovalutare. Infatti, la scelta tra chunko, sfera o i classici cubetti dipende tutta dal risultato che si vuole ottenere. Tanti piccoli cubetti di ghiaccio raffredderanno più velocemente rispetto a un’unica sfera o al chunk. Al contrario, se l’obiettivo è quello di mantenere in temperatura un drink già freddo, come uno shakerato, limitando un’eccessiva diluizione secondaria, sfere e chunk possono essere i prodotti più adatti!