Negli ultimi tempi è emerso come i sistemi elettrici europei, compreso quello italiano, siano esposti alla fragilità della transizione verde.
Al momento non sono ancora in vista distacchi programmati o blackout come quello avvenuto giorni fa a Berlino dove centinaia di persone sono rimaste per ore al freddo, ma il rischio è ormai dietro l’angolo e gli esperti invitano alla massima prudenza nei prossimi mesi.
A metterci in guardia è il Copasir (Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica) e lo studio di Alessandro Clerici del World Energy Council, presentato a un webinar dell’Entsoe, l’associazione europea delle reti di alta tensione. Le indicazioni sono univoche: attenzione alla “tempesta perfetta”.
Le maggiori società elettriche confermano che l’attenzione deve rimanere alta ma non ci sono le condizioni di preoccupazione.
L’importante è che i fattori di rischio non si sommino perché, tutte insieme, le fragilità diventano crisi.
Cosa sta succedendo appena fuori dal nostro Paese?
La Germania ha appena spento due reattori atomici, affidandosi a carbone e metano. Ma a scarseggiare non è solamente il gas ma anche il litio per le auto elettriche e i sistemi di continuità.
Il nucleare francese invecchia ed esige fermate sempre più frequenti. Si spengono le grandi e potenti centrali di una volta, come quelle a carbone, e diminuisce la stabilità dell’alta tensione.
Tutto questo comporta un aumento accelerato dei costi, paralizza gli investimenti già pianificati e porta una possibile mancanza di ade3guate risorse energetiche in futuro, soprattutto se “i grandi sviluppi nelle energie rinnovabili e nei vettori energetici non raggiungeranno in tempo gli ambiziosi obiettivi”, come afferma Clerici del World Energy Council.
I costi ricadono sui consumatori spesso in modo invisibile: non è un caso che la Banca Centrale Europea abbia ammonito sul rischio di inflazione indotto dalla corsa all’energia verde.
Secondo Clerici, “per contrastare la variabilità e l’intermittenza degli impianti eolici e solari si prevedono nel 2050 circa 16 miliardi di chilowattora di sistemi di accumulo a batteria, oltre a un significativo supporto delle batterie di milioni di veicoli elettrici quando connessi alla rete. Tuttavia, nessun dispositivo collegato tramite inverter può fornire un contributo alla potenza di cortocircuito e all’inerzia del sistema elettrico necessaria per controllare variazioni rapide di frequenza e stabilità complessiva”.